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Lo
scavo e la trincea dietro lAbside.
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Un
recupero graduale
I lavori di
recupero più consistenti del complesso della Pieve sono
iniziati nel 1994, allorchè il Gruppo degli Amici
della Pieve ha deciso di procedere al rifacimento della
copertura della chiesa: 700 metri quadrati di coppi e di travi
che sentivano il peso del tempo e lasciavano trapelare abbondanti
infiltrazioni di acqua, con gravi lesioni alle strutture e, soprattutto,
agli affreschi. I lavori sono stati effettuati in luglio dalla
ditta Treccani e il risultato è stato positivo. Subito
si pensato di risolvere lanalogo problema delle infiltrazioni
perimetrali, specie quelle provenienti da monte verso labside:
si trattava di creare un intercapedine, così da isolare
la parete dalle pendici della montagna, canalizzando lacqua
lateralmente. Anche qui operazione riuscita, con evidente sollievo
dellintonaco interno. Nel frattempo si era messo mano al
restauro di uno degli affreschi più degradati: LUltima
Cena della cappella del SS.Sacramento, a sinistra entrando dal
fondo; poi a quello del Paliotto di uno degli altari laterali,
di ottima fattura. Resta ancora molto da fare, ma è importante
che si sia intrapresa la strada con decisione. Intanto entriamo
nei particolari di alcuni di questi restauri.
Costruzione di intercapedine sulla muratura absidale
Nel mesi di luglio e agosto 1996, come si diceva, sono stati eseguiti
lavori che hanno interessato lesterno dellabside e
il perimetrale est della sagrestia. I lavori, effettuati al fine
di togliere infiltrazioni dacqua, che da tempo danneggiavano
gli affreschi interni e le stesse murature, hanno interessato
uno sbancamento di circa 100 mc., eseguito con mezzo meccanico
fino a una profondità di oltre 3 m e per una larghezza
di m 2. La stratigrafia è risultata composta da un banco
argilloso bruno molto compatto, con alcuni trovanti di notevoli
dimensioni. I dati archeologici raccolti consistono in minuti
frammenti rinascimentali e in alcune ossa di bambino inumato con
cranio a est. Lapparecchiatura muraria esterna dellabside,
formata da pietrame di medolo di vario calibro appena sbozzato,
legato da malta, non presenta alcuna risega di fondazione e risulta
edificata in aderenza alla parete di scavo realizzata fino a una
profondità di m 3 circa dal piano di declivio. Nel corso
dei lavori è stato effettuato, nei punti di maggior degrado,
un consolidamento alla muratura con malta cementizia.
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La
cappella dei Morti è stata ricavata negli anni 50,
a seguito dellabbattimento di quella esterna, di cui
si aveva notizia fin dalla seconda metà del XV secolo.
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Lapparecchiatura
muraria del perimetrale est della sagrestia, edificata in appoggio
allabside, è risultata più curata, in corsi
regolarizzati su letti di malta e con limpiego di pietrame
più ridotto. A circa 5-6 m dall abside, è visibile,
verso monte, nella sezione di scavo risultante dallallargamento
della carrareccia che porta nel cortile della casa colonica, un
livello di crollo di pietrame e malta di indefinibile cronologia
per la mancanza di altre associazioni.
La cappella dei Morti e lOssario
In concomitanza con i lavori di sbancamento dellabside, il
locale gruppo Amici della Mitria ha provveduto al recupero
e sistemazione delle ossa che erano sparse sulla pavimentazione
del primo vano del corpo di fabbrica, costruito in adiacenza alla
chiesa. In occasione di tali lavori, è stato effettuato un
sondaggio di m 3.10 x 2.00 circa, fino a una profondità di
m 1.65 dal piano della chiesa, che ha messo in evidenza una sequenza
stratigrafica formata da un riporto di pietrame e terriccio per
m 0.60 e, successivamente, fino a m 1.65, dove inizia lo sterile
in argilla plastica, ancora terriccio, mattoni e pietrame, con tracce
di malta (costituenti il voltino crollato) frammisti ad ossa. A
sostegno del voltino dellossario (XV-XVI sec.) sono stati
eretti due muretti in appoggio alle murature preesistenti preromaniche
e medievali. Una più puntuale valutazione sulla tipologia
e cronologia delle murature, potrà venire con il procedere
dei lavori di sistemazione degli ossari ancora presenti
nel secondo e terzo vano del corpo di fabbrica.
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