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Il
bassorilievo che emerge dal pavimento con leffige di
Ercole.
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Lombra
dellImpero Romano
La Pieve della
Mitria è collocata in una posizione che sembra collegare
la conca di Nave allalta Valle del Garza, fino al passo
di S. Eusebio. È posta interamente nel verde e, finora,
è stata preservata da qualsiasi contatto con edifici nuovi
e diversi. Nel passato è sempre stata un punto di richiamo,
suggestivo e importante, per chi saliva o scendeva dalla Valle.
Nelle sue vicinanze passava, un tempo, la strada o lantico
sentiero che, partendo dalle pendici del colle Cidneo, a Brescia,
precisamente dalla Porticula sancti Eusebii (Piccola
porta di SantEusebio), saliva verso S. Vito, attraverso
il Goletto e il Montedenno. Al passo si biforcava: a destra, verso
il monastero di S. Pietro, a Serle, a sinistra, verso S. Eusebio,
la Valle Sabbia e il Trentino.
Quando
sorse la Pieve?
Il primo nucleo dell attuale edificio sorse, probabilmente,
sui resti di un edificio sacro pagano, che doveva trovarsi al
centro dell antico, anche se non molto esteso, pago romano.
Ledificazione della chiesa originaria potrebbe essere avvenuta
proprio in coincidenza con la cristianizzazione della nostra Valle,
ossia qualche decennio dopo il Mille, mentre nel XII secolo, nella
solitudine del monte Conche, sarebbe vissuto S. Costanzo Eremita,
soldato convertito e divenuto in seguito santo.
La
Pieve e la contrada della Mitria in una foto d epoca
(Archivio
L. Dalla Porta)
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Particolare
dell Annunciazione
della contro-facciata.
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E
il nome, da dove viene?
Il nome Pieve è molto diffuso nel bresciano, e deriva dal
latino plebs, ossia plebe, popolo, in contrapposizione
alla nobiltà, e sta ad indicare la funzione popolare che
avevano gli edifici di culto cristiani, in contrasto con religioni
ricche e fastose, allora assai diffuse. Mitria o Mitra,
invece, può risalire a due diverse origini. La prima origine
possibile del nome Mitria, può essere legata al copricapo
d uso liturgico che contraddistingue la dignità episcopale:
con quel nome si poteva indicare lesistenza a Nave di una
proprietà del Vescovo di Brescia o di un possedimento sul
quale lo stesso Vescovo godeva privilegi e diritti o un insegna
raffigurante la mitra apposta su un edificio in qualche misura abilitato
all ospitalità. La seconda origine sembra essere legata
alla divinità orientale persiana, il cui culto era molto
diffuso anche a Roma, propagato dai soldati dellesercito romano;
anzi, i veterani, ossia i soldati che avevano concluso il loro servizio,
tornando da Roma ai loro paesi dorigine, portavano con sè
idoli e amuleti di Mitra e, a questa divinità, talvolta,
erigevano are o cippi votivi. E la presenza del cippo con in alto-rilievo
una figura virile che afferra un animale, forse un leone, e letta,
per lo più, in relazione al mito di Ercole, ha fatto pensare
anche alla presenza nel pago, o addirittura sul luogo dove ora sorge
la Pieve, di un sacello connesso al culto di Mitra, al quale sacello
apparterrebbe il cippo scolpito e riutilizzato nella struttura dell
edificio cristiano. Il culto del dio Mitra, antichissima divinità
persiana, si diffuse tra i vari popoli e giunse in Italia, dove
fu introdotto dopo la guerra di Pompeo contro i pirati. Il culto
di Mitra ebbe larga diffusione presso i militari che, appunto, lo
fecero conoscere in ogni parte del vasto impero romano, come attestano
dappertutto i reperti archeologici.
A chi è dedicata ora questa chiesa?
La Pieve della Mitria è ora dedicata all Annunciazione
della Beata Vergine Maria, forse proprio per superare sia luno
sia laltro dei possibili ricordi storici ai quali abbiamo
appena accennato, per indicarne, cioè, lesclusivo riferimento
religioso cristiano.
Ma non cè soltanto ledificio religioso...
In effetti, il complesso architettonico è vario: vi è
la chiesa, che, comunque, ne costituisce la parte più rilevante
e caratteristica; cè il campanile, alto 25 metri e
dominante sia la piana di Nave che la Valle del Garza; infine, sul
lato ovest, verso Nave, sorge un corpo di fabbrica che era, un tempo,
la canonica, ossia labitazione del sacerdote, e lo xenodochio,
una sorta di ospizio per i viandanti e di ospedale per gli ammalati.
Non dimentichiamo che, nei periodi in cui infuriava la peste, piuttosto
frequente nei secoli passati, la Pieve ha svolto anche la funzione
di lazzaretto. Basta visitare lossario, appena entrati a sinistra,
per rendersene conto.
E gli affreschi che si ammirano alle pareti?
Laltra grande suggestione della Pieve, dopo quella che deriva
dalla sua collocazione in un luogo ancora indenne e originario,
è costituita dagli affreschi, una storia nella storia. Realizzati
da mani diverse, per lo più ignote, raccontano fatti ed episodi
che devono aver estasiato gli occhi e la mente dei fedeli e dei
pellegrini che sostavano nella penombra dei tempio. E la chiesa
ne è molto ricca.
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LAnnunciazione
dell abside. |
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